Page 33 - Lago_Fucino
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Nota N° (10) *Nota N° (11)
                   Emissario  Torlonia.  La  testa  dell’Emissario  Torlonia,  si  trova  a  metri  644,073  s.l.m.,  lo  sbocco  della
                   stessa sul fiume Liri, si scorge a quota 637,521 metri s.l.m. La differenza tra i due valori è di 6,552 metri.
                   A sinistra dell’Emissario, al termine della galleria, si vede l’impervia parete rocciosa del Monte Salviano, la
                   cui superficie per circa 300 meri quadrati, dai Romani, fu scalpellata e finemente levigata.

                   Nota N° (12)
                   Il  Cunicolo  Maggiore  è  la  struttura  principe  dell’Emissario  di  Claudio.  Quest’opera  fu  realizzata
                   durante  i  lavori  eseguiti  dal  41  al  52  d.C.  per  il  prosciugamento  del  Lago  Fucino.  Il  monumentale
                   complesso strutturale è formato da tre grandi arcate esterne sovrapposte e rientranti una più sopra dell’altra.
                   Sia questo che gli altri *Cunicoli, seguono un percorso più o meno inclinato verso il basso e sono in diretta
                   comunicazione con la galleria sottostante. Oltre ad altri scopi a noi sconosciuti, servivano anche per l'accesso
                   dei lavoratori, per introdurre i materiali per le lavorazioni, estrarre quelli d’escavazione e immettere luce e,
                   con lunghe catene umane, estrarre con i secchi, la grandissima quantità d’acqua sorgiva e di infiltrazione.
                   La loro particolare configurazione, del tutto simile a grandi maniche a vento, creava una sorta d'Effetto
                   Venturi sull'aria atmosferica esterna: trasferimento d’aria che si attivava precipitando nella sottostante
                   galleria a seguito dell'apertura dei pozzi; per tale motivo, non furono impiegati altri mezzi, perché
                   questi,  con  certezza,  immettevano  un’apprezzabile  quantità  d'aria  di  ricambio,  sufficiente  ad  ossigenare
                   comunque l’ambiente dove si svolgevano le attività lavorative.

                                             L
                                             Linguaggio & terminologiainguaggio & terminologia::
                                             Linguaggio & terminologiaLinguaggio & terminologia::

                      * N.B. Le gallerie inclinate che costruirono i romani furono circa 80; queste, “nel caso specifico”
                   si  chiamano:  CUNICOLI,  in  Latino  Cuniculus;  suddetto  termine,  non  ha  sinonimi;  a  proposito,  il
                   “Nuovo Dizionario Italiano Garzanti” recita: Cunicolo: «s. m. piccola galleria o passaggio sotterraneo».
                   Il  lemma:  Cunicolo,  a  sua  volta,  può  essere  seguito  da  un  nome  che  lo  distingue,  ad  esempio:
                   Cunicolo della Lucerna, oppure: Cunicolo della Macchina, ecc. Per questi motivi; vocaboli diversi da
                   — CUNICOLO — —— — a volte utilizzati da, tali autori, sono inesatti; pertanto: si devono sempre escludere
                   nel linguaggio storico; e perché no! Vanno estromessi anche nell’idioma comune.

                   Nota N° (13)
                                       Incile: parola latina che con il suo significato passa alla Lingua Italiana e che,
                                       secondo Clapè, «vuol dire una scanalatura, un fossato, un canale o condotto lungo
                                       il  quale  scorre  l’acqua».  Altri  pretendono  che  Incile,  nel  suo  significato,  voglia
                                       indicare lo spazio tra il bacino pieno d’acqua e la testa del canale che dovrà dare lo
                                       scolo; in altre parole la parte scavata per avviare nel canale le acque del bacino.
                                       Nel nostro caso: “Incile” è quell’insieme costituito dal monumento, dalle vasche,
                                       dalle  paratoie  e  dagli  organi  di  manovra  che  regolano  l’immissione  delle  acque
                   provenienti dal Canale Collettore esterno, nonché dalle due gradinate a chiocciola — vere opere d’Arte — —— —
                   “vedi la fotografia” che conducono una alla sala di manovra e l’altra all’ Emissario sotterraneo.

                   Nota N° (14)
                   Colpo d’ariete: I Colpi d’ariete, da non confondere con i colpi sferrati da quelle rozze macchine utilizzate
                   anticamente nelle guerre e fino alla fine del Medioevo, per sfondare robusti potali e spesse mura. Nel caso
                   specifico: sono quegli eventi che si manifestano all’interno delle condutture idrauliche quando il movimento
                   dell’acqua viene arrestato bruscamente, ad esempio per la chiusura rapida o improvvisa di un organo
                   di sezionamento: “saracinesca, paratoia, valvola, cateratta, rubinetto o altro dispositivo”. In parole tecniche:
                   i Colpi d’ariete, sono provocati dall’energia cinetica, ceduta o sottratta al fluido in movimento a cui si
                   varia la velocità di scorrimento in modo non graduale, vale a dire, quando il moto dello stesso con la
                   velocità acquisita viene istantaneamente bloccato, ad esempio: con l’immissione ad alta capacità in
                   un’ampia condotta posta in pendenza e chiusa all’estremità opposta. Anche in questo caso, il Colpo
                   d’ariete, può sprigionare il massimo della sua potenza, ovvero: può essere violentissimo.

                   Nota N° (15)
                   L’imperatrice:  Agrippina  Minore  —  Agrippina  Giulia  Augusta  —  era  sorella  di  Caligola,  figlia  di
                   Cesare Germanico e Agrippina Maggiore; questa era quella zia di Claudio che sull’isola di Venotene,
                   allora Pandataria, morì di patimenti. Agrippina Minore, era la nipote di Claudio, prima che si unisse con
                   lui in matrimonio, era già stata sposa di altri due individui ed aveva avuto pure un figlio da Gneo Domizio
                   Enobardo:  Lucio  Domizio  Enobardo,  quest’ultimo,  in  seguito  prenderà  il  nome  di  Nerone  Claudio
                   Cesare e, dopo la morte di Claudio, a 17 anni diventerà imperatore di Roma, perché Agrippina, alleata di
                   Seneca, persuase Claudio a proporre suo erede, non il suo figlio legittimo di nome Britannico che aveva
                   avuto  dall’odiata  Valeria  Messalina  ma suo figlio Nerone, il quale sposerà Ottavia figlia di Claudio e
                   sorella di Britannico. Nerone, con il pretesto che Ottavia non gli dava figli la ripudiò, per prendere prima
                   come amante e poi sposa la bella Poppea Sabina che, a sua volta, fu vittima della sua brutalità. Nerone;
                   con la correità di Tagellino, prefetto del pretorio, fece eliminare prima il cognato Britannico e, con un
                   fortissimo calcio nel ventre soppresse: Ottavia e il figlio che portava nel grembo; non contento e ancora del
                   tutto soddisfatto, per ringraziamento, nel 59 d.C., uccise o fece assassinare pure sua madre Agrippina. (sic!).
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