Page 34 - Lago_Fucino
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Nota N° (16)
                   Narciso Tiberio Claudio, liberto — schiavo liberato — protetto da Claudio: dirigente assoluto dei lavori
                   per il Prosciugamento del Lago Fucino, era complice di Messalina e rivale del tesoriere Pallante, a cui
                   Agrippina  “concedeva  i  suoi  favori”.  Dione  Cassio,  scrisse  che  per  l’esecuzione  dei  lavori,  il  tesoro
                   dell’Impero  era  stato  gravato  da  enormi  spese;  e  che  non  vi  era  da  meravigliarsi  nel  vedere  Narciso
                   ammassare,  in  12  anni,  una  fortuna  di  400.000.000  di  sesterzi, e che, Pallante, anch’egli liberto, e suo
                   “rivale  in  favori,”  non  si  era  fatto  superare  di  molto  e,  non  pochi  altri  liberti  di  Claudio,  avevano
                   depredato il pubblico tesoro.
                   Dopo la morte di Claudio avvenuta nel 54 d.C., i nodi vennero al pettine: Agrippina, che da sempre non
                   sopportava la prepotente arroganza di Narciso e che, tra l'altro, non aveva mai dimenticato che dopo la
                   morte di Valeria Messalina, dovendo Claudio scegliere un’altra donna da prendere per moglie, aveva tifato
                   contro di lei. Narciso benché diminuito di credito, rimase presso il suo padrone sino alla morte di questo.
                   Malato e forse ancor più angosciato dagl’intrighi dell’ambiziosa Agrippina, nel 54 d.C. si ritirò a Sinussa in
                   Campania. Questa volta però, Agrippina poté fargliela pagare cara: Narciso si dette la morte.

                   Nota N° (17)
                   Ulteriore Galleria Torlonia: Nella prima metà del 1900, Alessandro Torlonia costruì una nuova galleria
                   a forma policentrica, simile a quella del grande Emissario — già ampiamente descritta — avente per tutta
                   la sua lunghezza 12 metri quadrati di superficie trasversale netta, che, dall’Incile raggiunge il fiume Liri.
                   Lo scopo di questa nuova galleria: è quello di disporre di un Emissario di emergenza, allo scopo di
                   scongiurare, in caso di interventi prolungati o di manutenzioni del grande Emissario, l’inondazione
                   forzata dei terreni del Bacinetto. Attualmente l’acqua immessa in questa galleria, và ad alimentare
                   le  turbine  Kaplan  o  Pelton  che  siano,  per  azionare  i  possenti  alternatori  dalla  “Vita  Alta”  della
                   centrale idroelettrica di Canistro, sita nella Valle Roveto, nonché a soddisfare i fabbisogni idrici,
                   tecnologici e contingenti dei numerosi stabilimenti dislocati nel Nucleo Industriale di Avezzano.


                                                 Turbina Kaplan (Sx)

                                                 Centrale Idroelettrica





                   Nota N° (18)
                   Raffaele  Fabretti,  basandosi  su  un’iscrizione  trovata  sulla  soglia  del  Cunicolo  Maggiore  asserisce  che,
                   Nerone, pur abbandonando l’opera di Claudio, vi lasciasse comunque un sorvegliante o un procuratore, in
                   cui si leggeva:
                                                   NOBILIS PROC CAES
                                                           AVG
                                                   HIC TVMVLATVS EST
                                              “Nobile procuratore di Nerone Cesare
                                                          Augusto
                                                        è qui sepolto”

                      Più tardi quando Mutio Febonio lesse quest’iscrizione, non riuscì a decifrare bene le due parole «Neronis
                   Caes» e immaginò vedere una G al posto della C di PROC., e a modo suo, rifece l’iscrizione:

                                                NOBILIS PROGENIES AVG
                                               “Un nobile di Augusto è qui sepolto”

                   M. Febonio, forse non potendo trovare nella storia chi fosse questo discendente di Augusto sepolto nelle
                   sponde del Fucino, immaginò che al momento dell’inaugurazione dei lavori, Agrippina fosse gravida e
                   che,  per  il  forte  spavento  dovuto  all’immissione  delle  acque  nell’Emissario  “fragore  dello  scroscio”
                   abortisse; ma, chiaramente, Mutio Febonio, non ricordava la “disputa avuta con Narciso” e, come dice
                   Alexandre  Dumas  (padre)  «non  rifletteva,  che  colei  che  mostrando al figlio assassino il seno che
                   l’aveva portato, aveva esclamato: «Colpisci al ventre! ». Agrippina, era tutt’altro che una donnetta
                   comune da abortire per si poca cosa.

                   Nota N° (19)
                   Carlo  Afan  De  Rivera  –  per  la  verità  –  nel  1823  aveva  scritto  il  libro  dal  titolo:  Considerazioni  sul
                   progetto di prosciugare il Fucino, e di congiungere il Mediterraneo con l’Adriatico a mezzo d’un
                   canale di navigazione. Per questo, Egli chiederà scusa ai Marsi, per aver perso tempo. Il libro: Progetto
                   della Restaurazione dell’Emissario di Claudio e dello Scolo del Fucino; lo scrisse in seguito (1836).
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