Page 1 - Il Prosciugamento del Lago Fucino - La Naumachia
P. 1
Scritto da Luigino Tudico
LA BATTAGLIA NAVALE SUL LAGO FUCINO
LA NAUMACHIA
Gaius Suetonius, Dione Cassio e Cornelio Tacito, scrissero: «per realizzare
l’Opera per il Prosciugamento del Lago Fucino, ci vollero circa 11 anni di
incessanti e massacranti lavori, a turni implacabili, giorno e notte, in cui vennero
impiegati, “in condizioni disumane” più di 30.000 schiavi e che, Claudio, ambì
commemorare l’inaugurazione dei lavori del prosciugamento del Lago Fucino,
con una magnificenza tale, che ne superasse ogni altra, sia in grandezza che in
splendore». Lo spettacolo più monumentale a quei tempi era la — Naumachia —
che, come una grande e importantissima partita di calcio di oggi, mandava
letteralmente in visibilio le platee e, particolarmente, Claudio.
«La naumachia consisteva nella simulazione di una battaglia navale con
combattimenti veri — con lotte all’ultimo sangue — fino alla morte».
Per l’eccellente riuscita della rappresentazione, Tacito e Sifilino, ci dicono che
furono costruite circa un centinaio di galere, a tre e a quattro ordini di remi, che
vennero organizzate su due flotte, una rappresentava i Rodiesi (Rodiani) e l’altra i
Siculi (Siciliani). Per reperire i numerosissimi combattenti, si rastrellarono da tutte le
prigioni circa 19.000 persone per far guerreggiare su queste imbarcazioni.
Per il suddetto gigantesco avvenimento, con annesso spettacolo, sulle rive del
Lago Fucino, si recò ad assistere tutta Roma. L’imperatore con la sua sposa, il
figlioccio Nerone e gli altolocati della sua splendida corte, presero posto su un
apposito chiosco, all’uopo predisposto ed a questi riservato, nelle immediate
prossimità dell’inghiottitoio dell’Emissario. Dopo che le “galee” si erano disposte in
posizioni antagoniste, in cerchio a queste, si posizionarono numerosissime zattere
ed altre imbarcazioni occupate da guardiani armati di baliste, catapulte ed altre
armi, con il compito di impedire che i combattenti potessero avere modo di
sfuggire al loro destino.
Gli obbligatori guerrieri, prima di iniziare gli scontri, si guardarono intorno; e, resesi
conto del triste destino, sfilarono davanti al Principe, a cui indirizzavano il funereo
saluto di rito: «Have Cesare imperator, morituri te salutant» Claudio, fuori di sé
dalla gioia, dimentico della formula del cerimoniale e, impaziente di godersi lo
spettacolo, rispondeva con l’augurio: «Avete et vos» il che significa: «salute a
voi». Dalle acque del Lago emerse un Tritone d’argento, seguì un infelice clangore
di tromba per dar principio agli scontri, ma nessuno si mosse, e tutti si rifiutarono
d’ingaggiar battaglia, perché l’Imperatore aveva augurato loro buona salute;
Claudio colmo di collera, angosciato di vedere il suo spettacolo andare in fumo, li
minacciò di farli uccidere tutti se non avessero subito iniziato a combattere …